w Fondazione Luigi Micheletti

Fondazione Luigi Micheletti

Centro di ricerca sull'età contemporanea




News

Le ultime notizie sulla vita della Fondazione Luigi Micheletti e sulle iniziative organizzate...

19/04/2019 - Fondazione Luigi Micheletti
Presentazione del libro Piazza della Vittoria e "Era Fascista" di Giambattista Tirelli
Presentazione
Ingrandisci l'immagine
Piazza della Vittoria e Era Fascista

Il Comune di Toscolano Maderno organizza, in occasione delle celebrazioni del 25 aprile - Festa della Liberazione, la presentazione del libro Piazza della Vittoria e "Era fascista" di Giambattista Tirelli, edizioni Fondazione Luigi Micheletti, 2018.


Durante l'evento l'autore dialogherà con Carlo Simoni, scrittore e storico.


L'iniziativa si terrà venerdì 19 aprile 2019, alle 18.30, presso la biblioteca di Via Solino n.28/A, a Toscolano Maderno (BS).


L'autore rilegge la storia di Piazza della Vittoria a cominciare dallo sventramento che ha portato all'estirpazione dell'antico cuore della sua Brescia. La piazza continua a dar luogo a contrapposizioni destinate a prolungarsi, e di ciò il marmo di Arturo Dazzi (l'Era fascista-Bigio) ne è sicuramente simbolo.

Che fare ora? Ricollocarlo "dov'era com'era"? Archiviarlo a futura memoria o musealizzarlo con attenzione documentaria come uno dei testimoni della storia cittadina?

La soluzione non pare proprio il suo anacronistico ritorno in scena, quanto di accettarne la storica "assenza" e di governare l'immancabile processo di mutazione funzionale della piazza.

Si rigetta la patetica illusione di poter ripristinare il 1932 o il 1945 (con Vittorio Gregotti: arbitrario tornare indietro. Dove? Andiamo avanti).

Il vero problema è quello di riuscire a dare alla piazza un aggiornato significato civile, senza cedere a filologismi devianti e investendola di una nuova quotidianità comune.


Il binomio conservazione-innovazione ha la possibilità di salvaguardare, senza cadere in deleteri e superati monumentalismi, la piazza e il rimosso da essa; d'impedire l'ulteriore degrado degli affreschi del Gambara incastonati nel palazzo delle poste e recuperarli all'attenzione di tutti; di marcare il palinsesto con un segno della contemporaneità, con l'ambizione di crescerne la capacità di svolgere un fecondo ruolo urbano. Vale a dire: tutelare l'insieme in un'inedita sintesi.


Obiettivo più responsabile non pare esserci. In fondo si tratta di far meglio di chi si dichiara contro la museificazione della "statuona" con argomenti da burocrate museificatore della piazza, di chi ignora che nessuna architettura è da considerasi compiuta finché conserva la capacità di partecipare a processi vitali. Al pieno riconoscimento della storia reale si accompagni un'altrettanto responsabile fiducia nel progetto del nuovo.