Il progetto ARCHINETWORK

ArchiNetwork è una rete di archivi di Brescia costituita, nella sua fase di avvio, da tre soggetti istituzionalmente riconosciuti e con un unico comun denominatore: un significativo patrimonio archivistico da riattivare e valorizzare riguardante gli eventi del XX-XXI secolo che hanno segnato la storia della società bresciana.

La rete poggia su tre elementi portanti e condivisi: l’utilizzo delle nuove tecnologie e la creazione di materiali innovativi per far emergere una parte del patrimonio culturale al momento non fruibile conservato dai tre soggetti della rete, il coinvolgimento dei giovani per dare spazio alle competenze e alla creatività e alla restituzione e valorizzazione di quanto emerso al pubblico.

La realizzazione delle attività previste nella fase di start-up del progetto non esclude, ma anzi sollecita, ulteriori collaborazioni sul territorio con l’obiettivo di ampliare gradualmente la rete.

ARCHINETWORK coinvolge, in questa fase, FONDAZIONE MICHELETTI, FONDAZIONE CIVILTÀ BRESCIANA E ASSOCIAZIONE CASA DELLA MEMORIA.

IL TEMA DI LAVORO SCELTO PER LA PRIMA ANNUALITÀ DI PROGETTO: la storia del ‘900

La storia del 900 è la più frequentata dai mezzi di informazione e comunicazione, dalla pubblicistica e dalla storiografia, nondimeno permane una situazione diffusa di scarsa conoscenza e forse anche consapevolezza della portata delle vicende che stanno appena alle nostre spalle, quale che sia la percezione che se ne ha.

Di norma si attribuisce questa scarsa o disordinata conoscenza della storia del ‘900 alla scuola; affermazione non priva di qualche fondamento ma per la verità alquanto superficiale. In questa sede ci limitiamo ad affermare che, stabilita l’innegabile importanza che questo passato recente ha per capire e orientarsi nel mondo contemporaneo, la scuola nei suoi vari gradi e lo stesso sistema della comunicazione hanno bisogno di rinnovare le loro fonti, e una formidabile occasione è offerta dalle tecnologie digitali, dai prodotti stessi con cui la storia viene rappresentata e narrata, sino ai soggetti che costruiscono questa nuove forme di narrazione imperniate sull’uso creativo della multimedialità, terreno su cui i nativi digitali hanno l’opportunità di far valere le loro abilità e competenze, oltre che un approccio capace di coinvolgere le nuove generazioni ma anche gli adulti che possono imparare, almeno su questo piano, dai più giovani.

È necessario però rendersi conto che nell’ambito delle ICT lo slittamento dalla realtà alla fiction è piuttosto facile, specie quando si affrontano temi di portata generale, come è il caso tipico delle due guerre mondiali. Il dislivello tra le esperienze dei singoli o dei gruppi e la grande storia può essere scoraggiante, ovvero alimentare narrazioni del tutto fittizie, fenomeno riscontrato frequentemente e oggetto di analisi specialistiche, nell’ambito delle realtà virtuali (social media etc.). Un antidoto efficace, non sufficiente ma probabilmente necessario, consiste nell’affrontare le grandi questioni del ‘900 che, piaccia o non piaccia, ruotano attorno ai temi della politica, dei conflitti, sino agli estremi delle guerre e guerre civili, calandoli nelle realtà locali, nei territori, nei singoli luoghi e città. Se poi questi territori hanno valenze peculiari, esemplari o eccezionali, allora il lavoro svolto e i risultati conseguiti avranno non solo un interesse per quello specifico territorio ma per pubblici più vasti e differenziati.

Per conseguire gli obiettivi che ci si prefigge lavoreremo su temi di grande portata, che abbiano avuto particolare rilevanza a Brescia e nel Bresciano, e su cui siano disponibili fonti significative al momento non fruibili.

Per cogliere la rilevanza di tale contesto bastano poche considerazioni: nella Prima guerra mondiale Brescia, caso unico in Italia, è contemporaneamente il maggiore polo produttivo industriale per la forniture di armamenti all’esercito e alle altre forze armate, nonché territorio fortemente interessato da una delle tipologie più rilevanti del primo conflitto bellico, la cosiddetta Guerra bianca, che ha nel massiccio dell’Adamello uno dei suoi epicentri; per quanto riguarda la Seconda guerra mondiale, oltre alla perdurante rilevanza delle industrie belliche, bisogna almeno tener conto che Brescia (e Salò) sono i luoghi centrali dell’ultimo fascismo (Repubblica sociale italiana), mentre sul versante della Resistenza vede, anche in questo caso essendo un caso molto peculiare, la presenza contemporanea di formazioni riconducibi al Partito Comunista e alla Democrazia Cristiana, cioè alle due maggiori forze politiche dei decenni successivi.

Per quanto riguarda la violenza politica negli anni ‘70, secondo alcuni una sorta di ripresa strisciante della guerra civile che ha coinvolto l’Italia nel corso del “secolo breve”, l’episodio contrale della strage di Piazza Loggia ha connotati di particolare nettezza e ha innescato un rapporto molto forte con tale vicenda, a livello cittadino, più che in altri contesti, pure interessati da fatti analoghi.

L'UTILIZZO DELLE FONTI PER LA DIDATTICA

La documentazione è stata raccolta e digitalizzata per essere a disposizione di studenti, di ricercatori e di tutte le persone interessate ad approfondire la storia del 900 a partire dalle fonti.

I materiali sono organizzati per poter essere utilizzati come strumento di lavoro e per costituire unità didattiche da integrare alle lezioni in aula, offrendo un confronto diretto con i documenti. La proposta si rivolge dunque anche agli insegnanti, fornendo delle possibili tematizzazioni per la presentazione di argomenti complessi e variegati, come la Prima Guerra Mondiale nelle sue declinazioni riguardanti la propaganda e la memoria, il rapporto tra tecniche e mobilitazione bellica. L'attenzione si pone inoltre sull'iconografia fascista, sul mito della guerra in relazione sia all'educazione dei giovani che ai lavoratori e sul contesto più recente degli anni 70 con particolare riferimento a Brescia e alla strage di Piazza della Loggia.

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