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La Grande Guerra: propaganda e memoria nelle "due guerre" degli italiani (Fondazione Civiltà Bresciana)

Quali le evoluzioni psicologiche della Grande guerra degli italiani? Quali le ripercussioni delle diverse esperienze nella memoria collettiva, o meglio nelle memorie? Questo breve racconto per immagini simbolo vuole proporre una delle infinite vie d'analisi di quell'evento spartiacque e fondatore del mondo contemporaneo che fu Grande guerra, ovvero primo conflitto mondiale. In specie le due chiavi di lettura sono state le più varie forme di propaganda, con i suoi molteplici strumenti e significati, e la fisiologia della costruzione della memoria-memorie. Le scie di queste analisi hanno solcato molteplici temi sociali e militari, aspetti che non si escludono affatto l'un con l'altro ma, anzi, si compenetrano in modo vicendevole e ripetuto perché mai come in tempo di guerra avvengono queste contaminazioni.


La guerra offensiva (24 maggio 1915 - 9 novembre 1917)

Per 29 mesi la guerra italiana ebbe dei peculiari tratti politici, militari e sociali. Fu decisa dopo 10 mesi di neutralità, senza essere minacciati da alcuno e contro il volere delle classi popolari al fine di completare l’unità politico-territoriale d’Italia, obiettivo al quale non erano alieni intenti reazionari e vaghe aspirazioni imperialiste di parte delle classe dirigente. Di conseguenza, [...]

La guerra difensiva (10 novembre 1917 - 4 novembre 1918)

Dal novembre 1917 la guerra dell’Italia cambiò volto in modo radicale. Dal punto di vista militare, l’insediamento del generale Diaz portò una nuova sensibilità verso i combattenti ma, soprattutto, cambiò la strategia della guerra, che diventò difensiva, specie per il gravissimo problema della scarsità di complementi e delle risorse, che erano, quindi, da utilizzare [...]

Il lungo dopoguerra e la memoria combattuta (autunno 1918 - estate 1940)

Nell’anno seguente all’armistizio si sviluppò, sulla base di dati di fatto, la nefasta percezione secondo cui la guerra vinta sul campo fu in realtà perduta con i trattati di pace e misconosciuta da quelli che, formalmente, avrebbero dovuto essere i nostri alleati e che, invece, perseguirono i propri esclusivi interessi. Queste circostanze ed i gravi, fisiologici dissesti economici del dopoguerra, [...]

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